" (...) vedere gli effetti personali dei deportati, le loro foto, i loro capelli, è stata un'emozione profonda. E' sconcertante sapere che ci sono persone che negano la veridicità di tali avvenimenti.
(...) quello che ricordiamo non è un numero, ma persone, per questo Anna Miedziocha, io ti ricordo!" (Linda Di Vito) "E' molto difficile controbattere o replicare alcune loro risposte, in quanto i negazionisti sono talmente convinti che la loro sicurezza è disarmante. Possiamo solo consigliare di visitare con occhi diversi i campi di concentramento e riflettere con impegno sulle fonti che riportano la verità dei fatti accaduti" (Eleonora Troiani)
"Negare questa verità, testimoniata da numerose fonti e testimoni (ormai pochissimi, purtroppo), significa ripudiare il male che si è compiuto a tante vittime e può essere sostenuto solamente da coloro che non credono ai limiti a cui la ragione umana può giungere". (Beatrice Bucci)
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"La cruda verità è che i sopravvissuti ai campi di concentramento stanno pian piano scomparendo e con loro le innumerevoli testimonianze di tanto orrore e di tante atrocità. Solo loro che ci hanno raccontato fino a che punto la mente umana è in grado di spingersi, dandoci un grande insegnamento: tutto può ripetersi.
Eppure, da qualche parte, c'è sempre qualcuno pronto a mettere ogni cosa in discussione. Il negazionismo mira a cancellare tutto, a distruggere ogni brandello di verità condannando il male commesso all'oblio, in modo che nessuno sappia ciò che è stato. Il nostro dovere è leggere, documentarci, aprire occhi e cuore. La storia ci insegna ad imparare dagli errori ed è solo conoscendo, che si è in grado di cambiare il mondo". (Mirella Cenci)
Eppure, da qualche parte, c'è sempre qualcuno pronto a mettere ogni cosa in discussione. Il negazionismo mira a cancellare tutto, a distruggere ogni brandello di verità condannando il male commesso all'oblio, in modo che nessuno sappia ciò che è stato. Il nostro dovere è leggere, documentarci, aprire occhi e cuore. La storia ci insegna ad imparare dagli errori ed è solo conoscendo, che si è in grado di cambiare il mondo". (Mirella Cenci)
"I punti principali del Negazionismo sono i seguenti:
- 1) la politica hitleriana non era intenzionata pubblicamente allo sterminio, meglio detta 'soluzione finale', degli Ebrei;
- 2) nei campi di concentramento/sterminio di Auschwitz-Birkenau, le camere a gas non sono mai esistite, teoria di cui è grande sostenitore lo studioso Odifreddi;
- 3) come ultimo, e non meno importante ma consequenziale dei primi due punti, i Nazisti sarebbero responsabili di più di 6 milioni di vittime civili, quindi questa strage non si sarebbe mai verificata.
"Non si può pensare di negare questa parte di storia perché vi persero la vita persone che sarebbero potute essere nostri amici, parenti o vicini di casa. (...) Ancora oggi in quei luoghi si può avvertire angoscia e tristezza. Non penso sia possibile negare la parola dei sopravvissuti e l'orrore che trapela dai loro ricordi" (Luna Colazzo)
"Sono anch'io reduce dal viaggio ai campi di concentramento di Auschiwitz-Birkenau e provo ancora tanta angoscia nel cuore. Non riesco a capacitarmi che possano esistere persone che neghino lo sterminio. Negare l'operato del nazismo significa negare l'esistenza di Leokadia Adamczyk, ebrea, nata il 10 ottobre, 73 anni prima di me, deportata e uccisa dopo due mesi nel campo di Auschwitz. Leokadia, una giovane come me, è morta nelle camere a gas e i suoi sogni - sogni come i miei - si sono spenti a causa di chi tentava di sterminare tutta la sua razza". (Fiorenza De Ritis)
"Sono anch'io reduce dal viaggio ai campi di concentramento di Auschiwitz-Birkenau e provo ancora tanta angoscia nel cuore. Non riesco a capacitarmi che possano esistere persone che neghino lo sterminio. Negare l'operato del nazismo significa negare l'esistenza di Leokadia Adamczyk, ebrea, nata il 10 ottobre, 73 anni prima di me, deportata e uccisa dopo due mesi nel campo di Auschwitz. Leokadia, una giovane come me, è morta nelle camere a gas e i suoi sogni - sogni come i miei - si sono spenti a causa di chi tentava di sterminare tutta la sua razza". (Fiorenza De Ritis)
"Sono partita portando con me aspettative e paure e ora ho capito quanto sia stato inutile. Tutto ciò che serve è consapevolezza, fame di conoscenza e volontà di comprendere. Una volta arrivata al campo ho sentito il cuore stringersi e il silenzio entrarmi dentro. Tutta la sensibilità che è in me non ha voluto e non vuole tuttora comprendere, ma il nazismo c'è stato, una macchina perfetta c'è stata. L'Olocausto c'è stato: immensa crudeltà di un uomo su un altro uomo. Disumanizzare e rendere nulla. Tutto ciò c'è stato, non può e non deve essere negato. Tanta brutalità potrebbe riaffiorare. L'uomo non deve permetterlo" (Benedetta Leggeri)
"Ad Auschwitz-Birkenau il tempo sembra essersi fermato: il silenzio è assordante e regna sovrano, mentre gli occhi si perdono nella vastità del cimitero più grande di tutta Europa.
Tutti i cinque sensi ti gridano di scappar via, ma nel frattempo la volontà ti costringe a rimanere.
Vedi una cella di un metro per un metro adibita all'utilizzo di quattro persone che vi dovevano passare la notte, vedi una baracca di legno che non può proteggerti dalle temperature rigide e quasi insostenibili dell'inverno polacco. Vieni poi a sapere che quella è una zona paludosa e, di conseguenza, sai che la terra è nera di natura, ma non per la radura delle Betulle adiacente ai due campi: le foglie autunnali coprono la terra bianca che, per metri nel sottosuolo, è composta di cenere ed ossa di persone che non avevano alcuna colpa.
È difficile parlarne anche avendo solo visto, pensate parlarne o testimoniare dopo aver vissuto una 'momentanea morte'. Perché definirla così? Semplice: ad Auschwitz-Birkenau, a differenza degli altri cimiteri cosiddetti 'normali', anche se ci entravi respirando, eri già morto". (Silvia Tieppo)
"Non si può negare l'evidenza, le prove rimaste nei campi di concentramento, rimanere impassibili davanti all'orrore, ai sentimenti di ribellione che si scatenano entrando in un campo di concentramento.
Negare la verità di quelle vittime, è come ucciderle due volte" (Romina del Brusco)
Tutti i cinque sensi ti gridano di scappar via, ma nel frattempo la volontà ti costringe a rimanere.
Vedi una cella di un metro per un metro adibita all'utilizzo di quattro persone che vi dovevano passare la notte, vedi una baracca di legno che non può proteggerti dalle temperature rigide e quasi insostenibili dell'inverno polacco. Vieni poi a sapere che quella è una zona paludosa e, di conseguenza, sai che la terra è nera di natura, ma non per la radura delle Betulle adiacente ai due campi: le foglie autunnali coprono la terra bianca che, per metri nel sottosuolo, è composta di cenere ed ossa di persone che non avevano alcuna colpa.
È difficile parlarne anche avendo solo visto, pensate parlarne o testimoniare dopo aver vissuto una 'momentanea morte'. Perché definirla così? Semplice: ad Auschwitz-Birkenau, a differenza degli altri cimiteri cosiddetti 'normali', anche se ci entravi respirando, eri già morto". (Silvia Tieppo)
"Non si può negare l'evidenza, le prove rimaste nei campi di concentramento, rimanere impassibili davanti all'orrore, ai sentimenti di ribellione che si scatenano entrando in un campo di concentramento.
Negare la verità di quelle vittime, è come ucciderle due volte" (Romina del Brusco)
"Sono una delle tante ragazze partite per visitare i luoghi dello sterminio. Avevo riposto in questo viaggio grandi speranze: ero curiosa di conoscere e visitare i luoghi di cui avevo solo sentito parlare. Quando i miei piedi hanno varcato l'entrata del campo, non so bene cosa ho provato, cosa mi avesse tolto la voglia di parlare, di pensare, di camminare. E man mano che andavo avanti, questo peso aumentava e le mie certezze improvvisamente cadevano una dopo l'altra. Il mondo ora è diverso, io sono diversa.
Credere che tutto questo sia opera dell'uomo è difficile, ma negarlo è fin troppo semplice. Ciò che è accaduto non può essere negato, ignorato o rifiutato. Tutto questo riguarda l'umanità e non può essere messo da parte". (Beatrice Uopi)
Credere che tutto questo sia opera dell'uomo è difficile, ma negarlo è fin troppo semplice. Ciò che è accaduto non può essere negato, ignorato o rifiutato. Tutto questo riguarda l'umanità e non può essere messo da parte". (Beatrice Uopi)
"Numerose prove materiali, come foto o resti, ci testimoniano la verità dei campi di concentramento. Di fronte alle testimonianze dei sopravvissuti, come si può fare a far finta di nulla? O addirittura affermare che, a causa delle condizioni di vita nei campi, le persone non erano lucide per poter avere ricordi nitidi e che, pertanto, i loro racconti non sono attendibili?
Credo sia doveroso non dimenticare, cercando di sensibilizzare chiunque perché soltanto conoscendo ciò che è accaduto, possiamo impedire che tali crudeltà si ripetano". (Naomi Romagnoli) |
"Negare fatti evidenti, che ancora oggi sono evidenti, provoca dolore. Chi nega questi fatti non ha raccolto sufficienti informazioni, possiede una mente chiusa e manipolatrice, priva di sensibilità umana". (Cristina Di Serafino)
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